Il Gruppo di specializzazione dei giornalisti dell’informazione visiva della Associazione lombarda dei giornalisti ha chiesto ai vertici della Federazione della Stampa di intervenire sulla nuova dirigenza dell’Inpgi affinché, assieme al Ministero delle Entrate, venga data la possibilità anche ai giornalisti liberi professionisti di versare i propri contributi previdenziali, anziché con denaro sonante, utilizzando il “credito d’imposta” che l’Erario dovrebbe rimborsare a quelli tra loro – moltissimi davvero – per i quali le tasse dovute sono risultate inferiori a quanto già versato anticipatamente al Fisco attraverso le ritenute d’acconto del 20 per cento sui compensi operate alla fonte dagli editori.
Si tratterebbe, in questo modo, di offrire ai giornalisti l’opportunità di utilizzare, per le somme dovute all’Inpgi 2, lo stesso sistema di compensazione tramite il modello F24 che da anni viene già utilizzato per l’Iva o il pagamento di altri tributi e, in parole povere, visto che nelle tasche dei colleghi girano sempre meno quattrini per via della sempre più grave precarizzazione del settore professionale, si tratta di fare in modo di evitare agli iscritti Inpgi 2 che non navigano nell’oro di dover fare salti mortali, magari andandosi pure ad indebitare, per versare alla Gestione separata somme di denaro che, autentica beffa, posseggono ma delle quali non hanno alcuna disponibilità concreta perché sono “in parcheggio” nelle tasche dello Stato.
La possibilità di versare i contributi previdenziali in questo modo è già possibile, da tempo, per altre categorie di liberi professionisti come tutti quelli iscritti alla Gestione separata dell’Inps o alla Cassa di previdenza di chi lavora nel mondo dello spettacolo e in quello dello sport.
La necessità di poter utilizzare la compensazione dei crediti d’imposta per versare i contributi Inpgi 2 è ora posta con maggiore urgenza anche dal fatto che, dopo l’istituzione del nuovo regime fiscale per i contribuenti minimi che ha tolto di mezzo incassi e versamenti Iva, si allargherà ancora di più la fascia dei giornalisti liberi professionisti che, alla fine di ogni anno, si troveranno ad aver già versato all’erario ritenute d’acconto per somme di gran lunga superiori a quelle dovute per Irpef e altre imposte e che, pertanto, non potendo più recuperare automaticamente questi denari trattenendoli dall’Iva dovuta all’Erario, per tornare in possesso dei propri soldi, dovranno ricorrere alle complicazioni e ai costi delle procedure di richiesta dei rimborsi e, peggio ancora, alle lungaggini – spesso di anni e anni – delle relative restituzioni.
Fabiana Cammarano
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