Contributi editoria in Francia, fondi per 438 milioni di euro per il 2025. Il Parlamento invoca una riforma di semplificazione

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Nel 2025, il governo francese mobiliterà 4,2 miliardi di euro per sostenere i media, suddivisi tra la carta stampata e l’emittenza televisiva.
Dei 4,2 miliardi di euro stanziati, 438 milioni di euro sono destinati alla stampa, ed oltre 3,8 miliardi di euro per l’emittenza televisiva. Questo sostegno si manifesta principalmente in due forme: aiuti diretti, erogati agli operatori del settore a determinate condizioni o tramite bandi di gara; e aiuti indiretti, sotto forma di misure fiscali, esenzioni o trattenute previdenziali.
Nel dettaglio, gli aiuti diretti alla stampa ammonteranno nel 2025 a 193,8 milioni di euro, in leggero aumento rispetto al 2024 (175,2 milioni di euro) per compensare l’impennata dei prezzi della carta. Questi includono il sostegno alla distribuzione ( per garantire l’accessibilità della stampa su tutto il territorio nazionale, in un contesto in cui la rete di vendita fisica continua a contrarsi), al pluralismo (per sostenere le testate locali economicamente più fragili, ma ritenute essenziali per la diversità editoriale) e alla modernizzazione (per sostenere la trasformazione digitale delle redazioni, lo sviluppo di nuovi formati e l’emergere di pure player).
Il restante sostegno proviene da meccanismi fiscali: un’aliquota IVA super ridotta del 2,1%, un’indennità specifica per i giornalisti e varie esenzioni. Questi aiuti indiretti, sebbene meno visibili, ammontano a 244,2 milioni di euro.
Nei dettagli, la stampa francese beneficia di un’aliquota IVA del 2,1%, ben al di sotto dell’aliquota ordinaria del 20%. Questa misura costa allo Stato 60 milioni di euro all’anno. A livello europeo, la Francia si colloca a metà strada, tra i paesi con aliquote zero (Norvegia, Regno Unito) e quelli con aliquote ridotte.
I giornalisti, dal canto loro, beneficiano di una detrazione forfettaria specifica del 30% su determinati contributi previdenziali, fino a un massimo di 7.600 euro all’anno. Questo sistema, noto come DFS (detrazione forfettaria specifica), rappresenta una spesa annua di 160 milioni di euro per la previdenza sociale.
A queste si aggiungono altre misure fiscali: una riduzione dell’imposta sul reddito imponibile dei giornalisti di 7.650 euro, esenzioni dal contributo economico territoriale per alcune aziende editoriali e tariffe postali agevolate. In totale, si stima che questi ulteriori incentivi fiscali ammontino a 24 milioni di euro.
Diverse voci, soprattutto in Parlamento, denunciano la crescente complessità del sistema di contributi divenuto ormai obsoleto e il Senato ha più volte sottolineato un elevato numero di leggi e meccanismi accumulatosi nel corso degli anni che rende l’intero sistema poco chiaro, difficile da valutare e talvolta inefficace. Si discute ormai da tempo su una riforma di semplificazione entro il 2026 con l’obiettivo di razionalizzare e ridistribuire gli aiuti salvaguardando il pluralismo e le piccole realtà locali.

 

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