L’accordo raggiunto tra Fieg e Fnsi per il rinnovo del contratto dei giornalisti “chiude un periodo di quattro anni di vacanza e incertezza”. “Si tratta di un ottimo
risultato centrato grazie al responsabile impegno di entrambi le parti che hanno cosi’ chiuso una sofferta trattativa permettendo ad aziende e lavoratori di affrontare il periodo di
crisi economica con basi e strumenti certi”. Cosi’ il senatore del Pd Vincenzo Vita, ha commentato l’accordo raggiunto sul contratto dei giornalisti. “E’ un accordo importante – ha
aggiunto – non solo per le categorie interessate, ma per tutto il Paese perche’ coinvolge direttamente il diritto al pluralismo dell’informazione e alla liberta’ di stampa,
principi che vanno tutelati a garanzia del corretto funzionamento di ogni democrazia, tanto piu’ in Italia. Tanto piu’ alla vigilia di vasti sommovimenti tecnologici ed
economici dell’intero universo della comunicazione”.(AGI)
Dopo piu’ di quattro anni di trattative la firma dell’accordo tra Fnsi e Fieg per il
contratto dei giornalisti ”costituisce una tappa importante per avviare una politica di rilancio dell’informazione in Italia”. Ora pero’ e’ il momento, sottolinea Enzo Carra del Pd, ”che si mettano in campo, da parte del governo e del Parlamento,
ulteriori e piu’ significative misure e strumenti di intervento pubblico efficaci per ridare ossigeno e slancio alle imprese del settore, quanto mai provate dalla crisi. Qualche settimana fa il Parlamento ha approvato l’estensione ai giornalisti dei
periodici della possibilita’ di riscorso al prepensionamento e una misura di sostegno finanziario all’istituto di previdenza dei giornalisti. Bene, ma non basta”.
Alle norme per rafforzare gli ammortizzatori sociali nel settore dell’editoria, prosegue, bisogna aggiungere ”quelle forme di sostegno che consentano di ridurre al massimo il
ricorso agli ammortizzatori sociali”. Carra ricorda che il Governo ha accettato un suo ordine del giorno che lo impegnava a promuovere ”una vera e propria politica industriale
nell’editoria, adottando le necessarie misure ‘per agevolare gli investimenti nel settore, aiutare le imprese ad essere competitive, favorire l’occupazione e lo sviluppo del mercato
attraverso una piu’ efficiente rete distributiva, promuovere la lettura tra i giovani’. E’ venuto il momento – conclude – per il governo di onorare quell’impegno”.
”Una buona giornata per la stampa italiana”: e’ il commento del vicepresidente vicario dei senatori del Pd, Luigi Zanda, all’ipotesi di accordo sul nuovo contratto siglata da editori e sindacato giornalisti.
Per Zanda l’accordo ”e’ la premessa indispensabile per il buon funzionamento di un settore industriale delicatissimo da cui dipendono la liberta’ di stampa e il pluralismo
dell’informazione”. Rilevato che la crisi economica generale sta accrescendo le difficolta’ del settore, con i giornali che perdono copie e fette di mercato pubblicitario, Zanda ha
osservato che in una situazione tanto pericolosa ”l’accordo sul contratto e’ stato possibile per il senso di responsabilita’ degli editori e dei giornalisti che, non senza sacrifici sul
piano economico e normativo, hanno ragionevolmente trovato un punto d’incontro che ha tenuto conto degli attuali problemi generali dell’editoria non solo italiana”.
Zanda ha rivolto un riconoscimento ai vertici del sindacato dei giornalisti e della federazione degli editori ed in particolare a Franco Siddi e Alberto Donati ”per aver
finalmente centrato un obiettivo molto importante”. E’molto positivo” che si sia finalmente raggiunto l’accordo per il contratto tra Fnsi e Fieg.
La pensa cosi’ Paolo Gentiloni, responsabile cultura del pd. Positivo, spiega l’ex ministro delle comunicazioni, ”perche’ da’ finalmente certezze alla categoria dei giornalisti cui e’
affidato un ruolo cruciale nel nostro sistema democratico. Positivo perche’ le trasformazioni che investono l’editoria hanno bisogno di regole e di reciproco riconoscimento tra le parti
sociali. Il Partito democratico – conclude – si augura che anche il Parlamento faccia ora la sua parte accelerando il confronto sulla riforma dell’editoria”.