Nel ‘decalogo’ per una riforma dell’editoria illustrato oggi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, in commissione Cultura alla Camera, c’è la «riforma dei criteri in base ai quali vengono stipulate le convenzioni con le agenzie di stampa. I parametri devono essere riferiti all’occupazione: chi occupa più giornalisti con contratto regolare ha diritto a una somma maggiore, chi ricorre al lavoro nero non ha alcun diritto. E ancora i parametri devono rifarsi ai fabbisogni dichiarati dalle amministrazioni pubbliche, alla dimensione organizzativa e al fatturato reale e concreto».
Per Bonaiuti va inoltre «recepito il principio europeo di liberalizzazione delle tariffe postali agevolate» e «riformata la disciplina dei contributi stabilita dalla legge 250/90, prevedendo la riduzione della platea dei soggetti beneficiari perché parametrati ai costi come diritti soggettivi e ancora ai livelli occupazionali effettivi. Per tutte le altre categorie cooperative forse si può prevedere un contributo in base alla copia venduta». Tra le proposte di lavoro di Bonaiuti anche «il credito agevolato, finalizzato però all’innovazione: ma questo – ha ammesso – richiede tempi di ripresa al di là della crisi economica». E ancora «forme di incentivo per i giornali che tutti possono vedere on line, ma ancora una volta legati ai livelli di occupazione. I principi essenziali da porre – ha ribadito – sono l’occupazione e l’effettiva visibilità delle testate, in termini di copie vendute nel caso della carta stampata o di accessi ai siti nel caso dei giornali on line». Tra le ipotesi, infine, «criteri per un accesso più facile alla pubblicità istituzionale».
Manuela Montella
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