Dal Rapporto sullo stato dell’editoria 2011, presentato a Francoforte dall’Associazione italiana degli editori, emerge che nel 2010 26,4 milioni di italiani ha letto almeno un libro. Il dato è sì in crescita rispetto al 2009 del +1% e se rapportato al 1998 registra enormi passi in avanti. Eppure la situazione continua a non essere non tra le più promettenti dal momento che la percentuale degli italiani che leggono si ferma al 46,8%, ossia sensibilmente meno della metà della popolazione. Anche il mercato, pur facendo registrare un segno positivo, cresce molto lentamente (+0,3%), mentre spicca, a fronte del successo contenuto degli ebook (0,04% del mercato complessivo), il balzo delle vendite di libri online: +25%. Secondo l’Aie, oltre all’ingresso nel 2010 di nuovi operatori a pesare in questo senso è soprattutto il cambiamento dei comportamenti d’acquisto del pubblico italiano.
Le librerie ad ogni modo continuano ad essere il canale d’acquisto privilegiato attestandosi al 51% del mercato di riferimento, che vale 1,1 miliardi di euro. In ascesa sono in particolare le librerie di catena con un +2,1% rispetto al 2010. Riguardo la produzione, si è registrato un netto calo dei titoli (57mila) con una contrazione del -2.2% rispetto allo scorso anno. Stesso dicasi per le novità (-2.6%) e le copie stampate (208milioni). Si tratta di numeri che suggeriscono, almeno allo stato attuale, l’esistenza di una crisi strutturale del settore che va ben oltre le difficoltà congiunturali.
Sul fronte internazionale, però, cresce la quantità di diritti ceduti all’estero, specie nel comparto dedicato ai giovani. Dai 486 diritti venduti a editori stranieri del 2001 si è passati a 1.607. Un segnale positivo è rappresentato inoltre dalle coedizioni – che crescono soprattutto nel settore dei libri per bambini e dell’editoria d’arte – e che passano dal 44,1% del 1997 all’86% (corrispondenti ad oltre il 2% di tutti i titoli pubblicati – tredici anni fa erano solo lo 0,5%).
Alberto De Bellis
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