Addio a Domenico Mugnaini, il cordoglio della stampa cattolica

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Addio al giornalista Domenico Mugnaini. Il direttore di Toscana Oggi era malato ed è spirato ieri mattina all’età di 65 anni. Lascia la moglie Barbara e due figli, Andrea e Giovanni. Fino all’ultimo si è dedicato alla direzione e al lavoro alla guida del settimanale che lo aveva visto “nascere” giornalisticamente. Una lunga carriera, quella di Domenico Mugnaini che lo aveva visto collaborare, tra gli altri, anche con Avvenire, l’agenzia Asca, poi l’Ansa, Gr2 e Cecchi Gori Comunications.

Nel 2019 era tornato a Toscana Oggi ed era diventato consigliere della Fisc, la Federazione italiana dei settimanali cattolici. Il presidente Fisc, Mauro Ungaro, lo ha voluto ricordare con una nota: “Domenico nella sua lunga vita nel mondo dell’informazione è sempre stato un giornalista con la schiena diritta. Ci ha insegnato a ricercare la Verità senza dimenticare però che ogni notizia non è un numero di battute ma una storia che ha come protagonisti uomini e donne reali con la loro vissuta quotidianità”. E quindi: “La sua stella polare è stata sempre la Parola: il suo impegno in Toscana Oggi ma anche in altre realtà diocesane e regionali in cui è stato chiamato a portare la sua esperienza sono state la naturale conseguenza del suo amore per la Chiesa fiorentina e Toscana. Anche in questo ha davvero incarnato quello spirito di vita nel territorio e di attenzione al territorio che da sempre contraddistinguono la vita della nostra Federazione”. MA non è tutto: “La sua presenza in Consiglio nazionale non è mai stata scontata: i suoi interventi hanno sempre rappresentato una sollecitazione appassionata, schietta e competente alla crescita ed alla collaborazione. Anche il modo in cui ha affrontato la malattia, volendo condividere con il Consiglio nazionale quella che stava delineandosi come l’ultima tappa della sua via terrena, è stata una testimonianza di affido a Colui che è la nostra Speranza e come tale esempio per tutti noi. Per me presidente, Dodo è stato un riferimento fondamentale con cui confrontarmi nei momenti più impegnativi e complicati. E questo sempre sapendo di poter avere un interlocutore che quando serviva non faceva mancare le critiche in un’ottica di correctio fraterna costruttiva e non distruttiva. Finendo poi magari a mangiare qualche piatto tipico in uno di quei locali dove era bello vedere quante persone venivano al nostro tavolo per salutare il cronista che da una vita viveva e raccontava la sua Firenze”.

Attestati di cordoglio anche dalla Sir, l’agenzia di informazione religiosa: “Domenico Mugnaini era un uomo capace di guardare avanti anche quando il futuro si assottigliava, sostenuto da una fede che dava solidità alla sua voce, persino nei giorni più stanchi. Ha accompagnato il giornale fino all’ultimo, preparando la transizione con una precisione che rivela uno stile: discreto, leale, profondamente radicato nella convinzione che il giornalismo sia, prima di tutto, un servizio. Voleva che la redazione non si trovasse smarrita, che il ritmo non venisse meno, che ciò che aveva servito per anni continuasse a camminare senza inciampi”.

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