Sulla libertà d’informazione di dice tutto e il contrario di tutto

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Sul ruolo dell’informazione c’è molta confusione in giro. Per decenni il mantra è stato la celebrazione del web che avrebbe garantito più libertà per tutti. “Abbasso i giornali, i giornalisti, servi del potere, saranno i cittadini a fare informazione”, si diceva. Poi si è scoperto che il web è tutt’altro che libero, che le grandi piattaforme sono in grado di condizionare l’opinione pubblica, che diffonde l’odio alimentato “dai tanti professori di tutto” e che gruppi di potere, anche a livello internazionale, possono esercitare un controllo dominante. I giornali e i giornalisti hanno recuperato, in realtà, poche posizioni nell’opinione pubblica, “ma questo, oggettivamente è un limite loro”, dovuto all’incapacità che spesso hanno registrato di investire per aumentare la qualità del prodotto, sopraffatti dalla volontà di tagliare i costi per affrontare la fragilità di conti economici, in continuo e profondo rosso. Ma si inizia a sentire nel dibattito politico internazionale un vento nuovo, il pluralismo torna a essere un punto cruciale per la democrazia e la funzione dell’informazione libera ed indipendente un elemento essenziale. L’European Media Freedom Act, entrato in vigore nel mese di agosto, detta regole nuove a cui gli Stati membri debbono adeguarsi. Il Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, in particolare, ha ribadito la necessità di sostenere la stampa libera ed indipendente nella recente relazione sullo stato dell’Unione e anche il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, Giorgia Meloni, è intervenuta sull’argomento. Il difficile quadro internazionale, il proliferare dell’odio in rete, la polarizzazione di posizioni già estreme, la diffusione di informazioni false richiedono interventi immediati per i quali, a livello teorico, già esistono gli strumenti giuridici. Ma la politica, anche quella nazionale, deve assumersi la responsabilità di andare oltre facili slogan urlati per aprire un dibattito serrato ed equilibrato sulle modalità per rendere effettivo il pluralismo e salvaguardare l’informazione di qualità. E lo deve fare prima che sia troppo tardi.

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