Rai: Berlinguer, prima riforma complessiva,poi quella dei tg

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rai-logo_t“Io ho espresso subito riserve, diverse dagli altri direttori di tg, rispetto al piano di riforma dell’informazione Rai. Penso che la Rai abbia sì bisogno di una riforma importante, anche più incisiva di questa, ma non si può partire dall’informazione. Non sappiamo nulla sulla nuova governance e sul servizio pubblico del futuro, non sappiamo niente delle reti. Non si può fare una riforma dei tg senza sapere niente delle reti”. Così il direttore del Tg3, Bianca Berlinguer, in audizione in Commissione di Vigilanza Rai, rispondendo alle domande dei parlamentari sul piano di riforma dell’informazione, voluto dal dg Luigi Gubitosi, che prevede la creazione di due newsroom, una con Tg1, Tg2 e Rai Parlamento, l’altra con Tg3, Rainews e Tgr. “La forza della Rai è stata sempre in una politica di canale molto caratterizzata – ha proseguito -. E il tg interagisce con il canale. Penso che questa riforma parta dai piedi e non dalla testa. Bisognerebbe prima riformare tutta la Rai e poi analizzare il mandato dei tg, che io in questa riforma non vedo. Io vedo solo un accorpamento di testate. Si valuta un’integrazione di Tg3 e Rainews e poi, solo nel 2016, dei tg regionali. Vedo un accorpamento, ma nessun mandato editoriale che distingua un tg dall’altro. Mi sembra tutto molto precipitoso, bisognerebbe prima capire se ci saranno o meno tre reti generaliste. I tg, tra l’altro, sono le punte d’ascolto più importanti dei canali in cui si trovano: facciamo attenzione a che non ci si vada a perdere ascolti anziché guadagnare”. “Quanto ai risparmi – ha aggiunto – è possibile che dietro l’accorpamento ci sia, anche se non ufficializzato, un piano che prevede un certo numero di esuberi giornalistici, come successo in altre testate. Solo così ci sarebbero risparmi, ma sarebbe giusto dichiararlo, perché ci si muoverebbe con un’altra logica. Non capisco perché, inoltre, non si faccia a questo punto un unico grande Tg, unendo Tg1, Tg2 e Tg3, lasciando Rainews che segue la logica dell’all-news a parte. Con l’integrazione con Rainews, il Tg3 sarebbe destinato a perdere la sua identità, perché l’all news per sua natura ha un’identità più sbiadita. Mi risulta, inoltre, che ci sia un problema di accorpamento tecnico tra Tg3 e Rainews che hanno due tecnologie diverse, mentre per Tg1 e Tg2 l’unione è più semplice. Per questo i tempi, soprattutto per la fusione tra Tg3 e Rainews, non sarebbero brevi. Anche sulla nomina dei direttori c’è incertezza: c’è chi dice che si faranno subito, chi dice il 15 dicembre, in realtà i tempi non si conoscono”. (ANSA).

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